Fassona: la salute dall’allevamento alla tavola.

Cereali, foraggi e natura: gli ingredienti per una fassona in salute.

Siamo quello che mangiamo. Ce lo dicono i medici, gli scienziati e pure i filosofi. Ci crediamo anche noi, uomini e donne di pancia. Allora, parlando di carne, risaliamo alle origini e chiediamoci: cosa ha mangiato quello che mettiamo nel piatto?

É questa la domanda con la quale abbiamo iniziato il nostro lavoro.

In Cazzamali vogliamo sempre sapere come è stato allevato il bovino che selezioniamo. Vogliamo essere certi che la carne sia di ottima qualità, per portare l’eccellenza nelle vostre cucine. Perché se è vero che mangiare fassona fa bene, è tanto più vero che la salute di noi carnivori dipende da quella del bovino.

Non ci soffermiamo sulle proprietà nutrizionali che vi abbiamo già descritto qui ma parliamo della salute del bovino. E il suo benessere viene dall’ambiente in cui ha vissuto. Le nostre carni provengono esclusivamente da allevamenti a ciclo chiuso, a conduzione famigliare. Magari gli allevatori non ce lo dicono, ma siamo certi che, con i bovini, ci parlano proprio. Così, oggi vogliamo raccontarvi la vita dei nostri amati animali di razza piemontese.

I 365 giorni del bovino piemontese.

Tutto comincia in estate quando la mandria, lemme lemme, si trasferisce in alta montagna insieme alla famiglia di allevatori. L’alpeggio è il periodo dell’anno più appagante. Gli animali pascolano sereni, distesi sui prati verdi, si nutrono di erbe spontanee di montagna e purissima acqua di fonte. L’alimentazione naturale di cui godono in questo periodo dell’anno è fondamentale per la crescita della loro caratteristica muscolatura. Proprio quella parte di ciccia che apprezziamo tanto.

Dopo i quattro mesi di alpeggio, le giornate si accorciano e diventano più fredde. L’estate è finita, così, a fine settembre, il 29 per la precisione - in occasione della festa di San Michele - la mandria e gli allevatori abbandonano la montagna per fare ritorno in campagna. Qui trascorrono il lungo periodo invernale tra i campi e le stalle. Gli ambienti luminosi e gli ampi spazi aperti permettono agli animali di vivere in armonia con l’ambiente, così da non sentire troppo la nostalgia della montagna. I vitellini vengono allevati spontaneamente, allattati come natura vuole, mentre gli adulti ricevono una sana alimentazione.

Ed eccoci al tema principale: quali sono e da dove provengono gli alimenti della mangiatoia?

Negli allevamenti a ciclo chiuso, il foraggio e i cereali sono coltivati direttamente dall’allevatore, nei propri campi. Il corretto bilanciamento alimentare del bovino prevede principalmente un mix di mais, orzo, pisello proteico, fave e fieno. Il mais è un ottimo nutriente sia per gli animali adulti che per quelli più giovani, mentre l’orzo è destinato in buona parte ai vitelli.

Negli allevamenti a ciclo chiuso, le coltivazioni e i campi vengono organizzati per poter essere il più possibile autosufficienti.

I prati e i pascoli, ad esempio, servono per avere sempre disponibile foraggio fresco e fieno, mentre gli stessi campi coltivati a mais da giugno a ottobre vengono poi impiegati per l’orzo, seminato a ottobre e raccolto in giugno.

Il mais è il pane dei bovini. Questo cereale è l’alimento principale per la razza piemontese perché fonte di vitamine e nutrienti: un attivatore della crescita. L’orzo poi, ricco di amido, è una vera e propria carica di energia. Per potenziare lo sviluppo muscolare, sono fondamentali poi le proteine ricavate dal fieno, dal pisello proteico e dalle fave: impiegate essiccate o in granella, sono alleati indispensabili per stimolare e sostenere la crescita dell’animale.

I prati infine, spontanei e non, occupano buona parte dei campi degli allevamenti e le loro erbe diventano componenti irrinunciabili dell’alimentazione naturale. Insomma la vita per la razza piemontese trascorre in allevamento, rispettando le stagioni e godendo di ciò che la natura sa offrire. I piccoli crescono, entrano nella comunità degli adulti e diventano grandi, belli e forti. Ma soprattutto, sani e nutrienti, pronti per arrivare a voi.

Ora che conoscete tutta la storia, ci auguriamo che, assaporando questa deliziosa carne, riuscirete anche a sentire la quiete della vita di montagna, la cura dei nostri allevatori e i profumi delle stagioni.

E Buona salute a tutti!

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